Transizione energetica e nuove abitudini di vita

L’espressione transizione energetica è sicuramente tra quelle più utilizzate negli ultimi anni, specie dopo le crisi che hanno recentemente caratterizzato il nostro modello produttivo, il clima e le nostre abitudini di approvvigionamento dell’energia, con ripercussioni sulle nostre bollette.

Ma, concretamente, cosa significa transizione energetica? Se è chiaro ormai che si tratta di un processo che caratterizzerà il nostro immediato futuro, forse non è altrettanto chiaro a tutti in cosa consiste e quale impatto pratico avrà sulle nostre vite.

Che cos’è la transizione energetica?

La transizione energetica è la scelta di uno stile di vita pensato nell’ottica di un’economia sostenibile, che sostituisca un sistema fondato su abitudini e utilizzo di fonti energetiche ad alta impronta carbonica, con fonti energetiche basso o zero emissive, come le energie rinnovabili, ottimizzazione dei consumi e, quindi, risparmio energetico. La parola chiave in questo campo è appunto “sostenibilità” ovvero un uso delle risorse che non produca un saldo negativo nell’ecosistema del nostro pianeta.

Il modello di produzione e consumo adottato finora si è basato infatti sull’errata convinzione che le risorse del pianeta fossero inesauribili nella quantità e nel tempo. Questa posizione è stata duramente criticata da molti anni, ma solo negli ultimi anni si è diffusa una mentalità più “ecologica” presso le popolazioni e nei governi anche a causa dell’evidenza dei mutamenti epocali in atto: la transizione energetica è uno dei processi che si stanno intraprendendo per modificare il nostro modello di vita in una direzione più virtuosa.

Le energie rinnovabili alla base della transizione energetica

Le energie non rinnovabili, ovvero prodotte a partire da gas naturale, petrolio e carbone, inquinano e, come dice la definizione stessa, non dureranno per sempre.

È necessario quindi orientarsi sempre di più verso energie rinnovabili, ovvero che dipendono da risorse naturali che non rischiano, un giorno, di esaurirsi. La quota di energie prodotte da fonti rinnovabili (come il sole e il vento, ad esempio) sta diventando sempre più importante sul totale del fabbisogno grazie a importanti investimenti pubblici e privati. Oggi le rinnovabili non sono più una percentuale irrisoria sul totale delle energie prodotte, ma si candidano a pesare sempre di più nel futuro prossimo. L’aumento del costo, sia in termini economici che politici, delle fonti cosiddette fossili ha infatti reso sempre più competitiva l’alternativa rinnovabile.

Inoltre, la disponibilità gratuita e la varietà di tecnologie sempre più performanti per l’utilizzo e la conversione delle fonti rinnovabili in energia utile, garantisce una maggiore indipendenza dalla necessità di approvvigionamento da paesi la cui instabilità geo-politica ha sottoposto i sistemi economici ad oscillazioni drammatiche dei prezzi dei vettori energetici.

Quale ruolo possono giocare i cittadini e i consumatori per muoversi verso uno stile di vita più sostenibile? Esistono abitudini virtuose che permettono di risparmiare sui consumi, con benefici economici immediati oltre che sull’ambiente. Inoltre, per chi ne ha la possibilità, l’installazione di impianti fotovoltaici permette di produrre energia pulita e gratuita a fronte di un investimento coperto in buona parte da incentivi governativi. Un passo importante per modificare le abitudini di consumo e per diventare protagonisti attivi della transizione energetica.

Cosa fanno i governi?

Oltre alle azioni individuali, servono politiche di ampio respiro, che coinvolgano direttamente i governi nazionali e i centri economici.

Il cambiamento climatico in atto e la crisi degli approvvigionamenti energetici rappresentano una concreta minaccia per l’Europa e il mondo intero.

L’obiettivo tracciato dagli Accordi di Parigi del 2015 fissa il mantenimento del riscaldamento globale entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Per approntare e vincere la sfida del cambiamento climatico, l’Europa ha adottato un’ambiziosa strategia che convertirà l’intero perimetro europeo in una economia moderna e sostenibile: il Green Deal.

Si tratta di un insieme di misure pensate per raggiungere la sostenibilità nella produzione di energia e nelle abitudini dei cittadini dell’Unione Europea, garantendo che:

  • nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra;
  • la crescita economica venga dissociata dall’uso delle risorse;
  • nessuna persona o luogo siano trascurati.

È sicuramente una grande sfida per il nostro tempo, ma raccoglierla e perseguirla ci permetterà di costruire un futuro migliore e più pulito per noi e per le generazioni a venire.

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