Il 2025 segnerà un momento di transizione importante per il panorama dell’energia rinnovabile in Italia, soprattutto per quanto riguarda il meccanismo dello Scambio sul Posto. Nuove regole, scadenze “comandate” ma anche una soluzione alternativa: il Ritiro Dedicato.
Se già si possiede un impianto fotovoltaico o se si sta valutando di installarne uno, conoscere queste novità sarà fondamentale per prendere decisioni consapevoli e convenienti.
In questo articolo ti spiegheremo in modo semplice e chiaro gli aspetti principali che stanno per cambiare nel 2025, illustrando le nuove opzioni a disposizione di chi già utilizza o vorrebbe installare un impianto fotovoltaico.
Continua a leggere per orientarti con sicurezza in questa fase di transizione energetica.
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Cos’è lo Scambio sul Posto?
Definizione e funzionamento di base
Lo Scambio Sul Posto (SSP) è un sistema di incentivazione creato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), ovvero l’ente pubblico che si occupa di promuovere e gestire gli incentivi per le fonti rinnovabili. Questo meccanismo permette ai proprietari di impianti fotovoltaici di immettere nella rete elettrica nazionale il surplus di energia prodotta dai loro impianti ma non utilizzata. In questo modo, i produttori possono ottenere un vantaggio economico quando ne hanno bisogno. Infatti, quando l’utente ha bisogno di prelevare energia dalla rete – magari nelle ore serali o nei giorni in cui l’impianto produce meno – il GSE offre un contributo economico per l’energia che è stata precedentemente immessa. In questo modo, lo scambio sul posto crea un bilanciamento annuale tra l’energia prodotta e quella realmente utilizzata, considerando i flussi di energia in entrata e in uscita dalla rete. Questo sistema ha guadagnato molta popolarità nel corso degli anni, poiché aiuta a ridurre i costi in bolletta e rende gli impianti fotovoltaici più sostenibili, sia per le famiglie che per le aziende.
Vantaggi storici del sistema SSP
Negli ultimi anni, lo scambio sul posto (SSP) si è affermato come una delle soluzioni più efficaci e convenienti per valorizzare l’energia prodotta da impianti fotovoltaici di piccole e medie dimensioni. Grazie al contributo in conto scambio, che il GSE calcola annualmente, molti utenti sono riusciti a ottenere un ritorno economico significativo, specialmente quando l’autoconsumo copriva una buona parte delle loro spese quotidiane. Inoltre, la compensazione dell’energia prelevata dalla rete nei momenti di minore produzione – come durante l’inverno o la sera – ha reso questo meccanismo particolarmente vantaggioso e sostenibile nel lungo periodo.
Come nasce lo Scambio sul Posto?
A questo punto ci si potrebbe chiedere: perché è stato introdotto lo Scambio sul Posto? La risposta è semplice: si tratta di un’iniziativa pensata per promuovere l’uso delle energie rinnovabili in tutto il paese, rendendo più facile e conveniente per cittadini e aziende partecipare attivamente alla transizione energetica, in linea con gli obiettivi ambientali europei. Questo meccanismo è stato creato come un supporto per l’autoproduzione consapevole, con l’obiettivo di premiare chi decide di installare un impianto fotovoltaico, contribuendo così a ridurre le emissioni e a rendere il sistema elettrico più sostenibile.
Il quadro normativo che regola tutto ciò è stato principalmente definito dal Decreto Legislativo 387/2003, che ha gettato le basi per incentivare le fonti rinnovabili in Italia, aprendo la strada a strumenti come lo SSP.
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Le nuove regole nel 2025: scadenze e termini
Come annunciato, nel 2025, ci saranno importanti cambiamenti nel meccanismo dello Scambio sul Posto. Queste modifiche normative, già confermate dal GSE e da ARERA, riguarderanno sia chi ha già un impianto fotovoltaico attivo, sia chi sta pensando di installarne uno a breve.
Per affrontare questa transizione senza problemi, è fondamentale tenere a mente alcune date-chiave. Ecco le scadenze principali da non perdere di vista.
Data limite per nuove richieste: 26 settembre 2025
Chi desidera aderire allo Scambio sul Posto per un nuovo impianto fotovoltaico dovrà presentare la domanda al GSE entro e non oltre il 26 settembre 2025 a condizione che l’impianto sia entrato in esercizio entro il 29 maggio 2025, come meglio specificato nei paragrafi successivi.
Questa data segna la fine della possibilità di stipulare nuovi contratti di SSP. Dopo questa scadenza, non sarà più possibile accedere a questo regime, nemmeno per impianti già installati ma non ancora registrati.
Per informazioni ufficiali e aggiornamenti, è possibile consultare la sezione dedicata sul portale del GSE.
Un suggerimento: se stai pensando di installare un impianto, fai attenzione ai tempi di progettazione, connessione e collaudo, per non rischiare di perdere questa opportunità!
Cessazione per impianti con oltre 15 anni: 31 dicembre 2024
Entro il 31 dicembre 2024, gli impianti fotovoltaici che avranno raggiunto i 15 anni di attività non potranno più usufruire dello Scambio sul Posto. In questi casi, come previsto dalle normative del GSE, ci sarà un passaggio automatico al meccanismo del Ritiro Dedicato (spiegato di seguito, alla prossima sezione di questo articolo).
Per questo motivo, è fondamentale:
- controllare la data di attivazione del proprio impianto;
- valutare l’impatto economico dell’eventuale passaggio al nuovo regime;
- confrontare le condizioni del Ritiro Dedicato con quelle del contratto del precedente SSP.
Liquidazione delle eccedenze: entro il 30 giugno 2025
Tutti gli utenti che escono dal regime di Scambio sul Posto, sia per scadenza, disattivazione o transizione automatica, riceveranno comunque il pagamento per le eventuali eccedenze di energia che hanno immesso e che non sono state compensate. Il GSE ha comunicato che questo pagamento sarà effettuato entro il 30 giugno 2025, completando così il bilancio energetico-economico dell’anno precedente.
Un consiglio utile: controlla il tuo profilo produttivo sul portale GSE per tenere d’occhio l’ammontare delle eccedenze accumulate. Per ulteriori dettagli, clicca qui.
Ultimo giorno utile per impianti in esercizio: 29 maggio 2025
L’autorità ARERA ha stabilito che potranno accedere allo scambio sul posto gli impianti che siano entrati in esercizio entro il 29 maggio 2025 e per i quali l’istanza di accesso allo scambio sul posto sia presentata entro il 26 settembre 2025. La data di entrata in esercizio di un impianto è la data in cui il distributore di zona ha allacciato l’impianto fotovoltaico alla rete nazionale, rilasciando apposito verbale di allaccio.
Il Ritiro Dedicato: la nuova alternativa
Dunque, ricapitolando, entro la fine del 2025 il meccanismo di SSP resterà un’opzione utilizzabile solo da:
- chi dovesse aver installato un nuovo impianto il cui allaccio da parte del distributore sia avvenuto entro il 29 maggio 2025 e fatto richiesta per SSP entro il 26 Settembre 2025;
- chi fosse già in possesso di un contratto di SSP per un impianto installato meno di 15 anni fa.
Questo implica che il meccanismo dello Scambio sul Posto stia andando incontro a graduale dismissione in favore di un nuovo sistema: il Ritiro Dedicato (RID).
Il RID emerge come la principale alternativa per valorizzare l’energia prodotta da impianti fotovoltaici che non viene autoconsumata. Questo sistema è gestito dal GSE e regolato da ARERA, ed è pensato sia per chi abbandona lo SSP, sia per chi avvia un nuovo impianto dopo il 2025.
Cos’è il Ritiro Dedicato (RID)
Il Ritiro Dedicato è un meccanismo che permette ai produttori di vendere al GSE l’energia elettrica che immettono in rete e che non utilizzano.
A differenza dello SSP, il RID è più diretto: non ci sono compensazioni tra l’energia prelevata e quella immessa, ma viene riconosciuto un pagamento per ogni kWh venduto.
Come funziona: vendita diretta vs compensazione
Il meccanismo del Ritiro Dedicato si articola in quattro semplici fasi:
- Produzione di energia da parte dell’impianto fotovoltaico;
- Autoconsumo immediato di una parte dell’energia prodotta;
- Immissione in rete della quota di energia in eccesso;
- Vendita dell’energia immessa al GSE, che la remunera secondo criteri prestabiliti.
Questa modalità si differenzia dallo Scambio sul Posto, che prevedeva un bilanciamento annuale tra prelievi e immissioni. Il RID, invece, rappresenta una vera e propria vendita dell’energia in eccesso, traducendosi in un guadagno diretto per il produttore.
Per ulteriori dettagli tecnici su funzionamento e contratti, clicca qui.
Calcolo dei ricavi: PZO e PMG
Nel sistema di Ritiro Dedicato, i ricavi vengono calcolati in base a due modalità di valorizzazione dell’energia immessa:
- Prezzo Zonale Orario (PZO): questo si basa sulle fluttuazioni del prezzo dell’energia nelle diverse ore del giorno e nelle varie aree geografiche. È applicabile a impianti con potenza superiore ai 100 kW.
- Prezzo Minimo Garantito (PMG): rappresenta un valore fisso riconosciuto per i piccoli impianti (≤100 kW), assicurando così una remunerazione stabile e prevedibile.
Il GSE pubblica regolarmente i valori di riferimento per entrambi i metodi: cliccando qui, ad esempio, troverai una panoramica aggiornata dei prezzi medi mensili per fascia oraria e zona di mercato.
Un esempio pratico? Un impianto da 6 kW che immette 2.000 kWh all’anno può stimare il proprio ricavo annuo moltiplicando i kWh per il PMG attuale, ottenendo così una previsione economica realistica.
Aspetti fiscali e tassazione
I proventi derivanti dal Ritiro Dedicato sono considerati redditi imponibili, quindi è fondamentale dichiararli ai fini fiscali. La tassazione varia a seconda del tipo di produttore:
- Persone fisiche: soggetti a IRPEF e in alcuni casi a IVA, se si supera il limite dei 20 kW o si opera in regime imprenditoriale.
- Persone giuridiche (come le aziende): tassazione ordinaria, con obblighi IVA, IRES o IRAP.
Per gestire tutto in modo corretto, è consigliabile rivolgersi a un commercialista esperto in impianti FER (Fonti da Energia Rinnovabile), che possa aiutare a valutare il regime fiscale più adatto (come forfettario, semplificato, ecc.). Troverai alcuni riferimenti utili presso questo link: cessione energia elettrica – GSE
Confronto: SSP vs RID
A questo punto, avendo visto come funziona lo Scambio sul posto e la sua alternativa, il Ritiro Dedicato, può essere utile esaminare più a fondo i vantaggi e gli svantaggi di entrambi, così da poter valutare meglio le loro implicazioni economiche.
Funzionamento: le differenze in breve
Scambio sul Posto (SSP)
Come dicevamo, si tratta di un sistema che si basa sulla compensazione: l’energia prodotta ma non consumata viene immessa nella rete nazionale, e l’energia prelevata in un secondo momento viene “compensata” con quella già immessa. In pratica, il tutto si traduce in un bilancio energetico ed economico che viene calcolato su base annuale. È un meccanismo collaudato, perfetto per chi ha consumi che si allineano con la produzione.
Va, tuttavia, ricordato che il sistema di SSP è in dismissione, pertanto bisognerà considerare anche questo aspetto nelle valutazioni sul lungo periodo.
Ritiro Dedicato (RID)
Qui parliamo della vendita dell’energia che non viene autoconsumata. L’energia in eccesso viene ceduta al GSE, che la remunera in base ai prezzi di mercato (PZO) o ai prezzi minimi garantiti (PMG). Non c’è compensazione, ma una monetizzazione diretta. Questo rende il sistema più flessibile, ma anche più vulnerabile alle fluttuazioni del mercato. Ad esempio, i ricavi possono variare in base a fattori come il Prezzo Zonale Orario (PZO), i Prezzi Minimi Garantiti (PMG), l’andamento della domanda elettrica, le condizioni meteorologiche e le dinamiche geopolitiche. Questi elementi influenzano costantemente il valore dell’energia immessa in rete e sono in continua evoluzione.
In breve, ci sono vantaggi e svantaggi per entrambi i sistemi:
Scambio sul Posto
- Vantaggi: è facile da gestire, ideale per chi consuma molta energia in autonomia; aiuta a ridurre direttamente le spese in bolletta.
- Svantaggi: nel tempo, i contributi sono diminuiti; può risultare meno vantaggioso per impianti di grandi dimensioni o con un basso livello di autoconsumo; in ogni caso è un’opzione ad esaurimento.
Ritiro Dedicato
- Vantaggi: ha il potenziale di generare maggiori guadagni se produci molta energia che non riesci a consumare; è perfetto per valorizzare anche solo l’immissione in rete.
- Svantaggi: richiede una gestione più attenta, anche dal punto di vista fiscale; i ricavi variano in base a zona e mercato.
Qual è il più conveniente?
La risposta dipende da una serie di fattori: la dimensione dell’impianto, il profilo dei consumi, il livello di autoconsumo e gli obiettivi economici (che siano domestici o aziendali).
- Se hai un impianto di piccole dimensioni e consumi gran parte dell’energia che produci, lo Scambio sul Posto è spesso la scelta più vantaggiosa.
- Se invece possiedi un impianto più grande o produci molto più di quanto riesci a consumare, il Ritiro Dedicato può offrire un ritorno economico più interessante.
Tabella comparativa
Caratteristica | Scambio sul Posto (SSP) | Ritiro Dedicato (RID) |
Tipologia di meccanismo | Compensazione energia immessa/prelevata | Vendita energia immessa |
Base economica | Contributo GSE calcolato sul saldo annuale | Prezzi di mercato (PZO) o Prezzo Minimo Garantito (PMG) |
Autoconsumo | Fondamentale per ottimizzare il beneficio | Riduce i ricavi, ma non preclude il meccanismo |
Complessità gestionale | Bassa | Media-alta, con obblighi fiscali |
Scadenze | Accesso limitato dopo il 2025 | Meccanismo principale dal 2025 |
Cosa devono fare i proprietari di impianti esistenti
Con l’arrivo delle nuove disposizioni sullo Scambio sul posto e il graduale passaggio al Ritiro Dedicato, è fondamentale che i proprietari di impianti fotovoltaici si preparino in anticipo. Comprendere a fondo le azioni da intraprendere può fare la differenza tra una transizione senza intoppi e la perdita di opportunità economiche.
Impianti con contratto SSP attivo
Se il tuo impianto è già in regime di Scambio sul Posto, il primo passo è controllare attentamente la data di attivazione e la durata del contratto con il GSE. Se il tuo impianto ha meno di 15 anni, puoi continuare a sfruttare il meccanismo. Tuttavia, sarà necessario adeguarsi alle nuove regole in vigore (vedi sezione precedente di questo articolo) e comunicare eventuali aggiornamenti richiesti. Una verifica tempestiva può aiutarti a evitare complicazioni in futuro.
Impianti prossimi alla scadenza
Per gli impianti che supereranno i 15 anni di attività entro il 31 dicembre 2024, lo Scambio sul Posto cesserà automaticamente. In questo caso, sarà obbligatorio passare al Ritiro Dedicato. È consigliabile iniziare a valutare gli effetti economici del passaggio il prima possibile, in modo da essere pronti con le soluzioni più adatte al proprio profilo di consumo.
Passaggio automatico al Ritiro Dedicato
Il GSE gestirà il passaggio dal SSP al RID in modo automatico per gli impianti non più idonei. Tuttavia, questo non significa che non ci siano aspetti da curare: sarà necessario, ad esempio, aggiornare i dati contrattuali, verificare l’idoneità del sistema di misura e, in alcuni casi, avviare procedure tecniche o amministrative. Una consulenza mirata può semplificare notevolmente questo percorso e potrai trovare negli esperti Sinergas il miglior alleato per le tue valutazioni.
Azioni da compiere entro le scadenze
Per affrontare con serenità la transizione, ecco alcune azioni pratiche da pianificare:
- Controlla il contratto e l’anzianità dell’impianto: verifica se soddisfa ancora i requisiti per mantenere il SSP.
- Comunicazioni al GSE: invia eventuali aggiornamenti richiesti in tempo utile.
- Valutazione economica: confronta i vantaggi tra SSP e RID, magari con l’aiuto di un esperto.
- Gestione della documentazione: se stai pensando a una nuova installazione, ricorda di inoltrare la richiesta al GSE entro il 26 settembre 2025.
- Strategie di ottimizzazione: valuta l’installazione di sistemi di accumulo o l’aumento dell’autoconsumo per migliorare la redditività del tuo impianto.
Strategie alternative per massimizzare i ricavi
Prepararsi in anticipo permette di affrontare al meglio il cambiamento, evitando sorprese e garantendo che il proprio impianto fotovoltaico rimanga conveniente anche dopo la conclusione dello Scambio sul Posto.
Con il passaggio al Ritiro Dedicato, è normale chiedersi come massimizzare i guadagni del proprio impianto fotovoltaico. Fortunatamente, ci sono diverse strategie efficaci per migliorare sia la redditività che l’efficienza energetica.
Sistemi di accumulo e autoconsumo
Una delle soluzioni più efficaci per aumentare i benefici economici è l’installazione di batterie di accumulo. Questi sistemi consentono di immagazzinare l’energia prodotta durante le ore di maggiore irraggiamento per utilizzarla in seguito, riducendo così la dipendenza dalla rete e aumentando l’autoconsumo. L’autoconsumo è un aspetto cruciale sia per il sistema SSP che per il RID, poiché permette di utilizzare direttamente l’energia autoprodotta, diminuendo la quantità di energia da vendere a prezzi spesso variabili.
Comunità energetiche rinnovabili
Un’opportunità innovativa e sempre più popolare sono le comunità energetiche: gruppi di persone, aziende o enti che si uniscono per produrre, condividere e consumare energia rinnovabile in modo collettivo e sostenibile. Partecipare a una comunità energetica permette di beneficiare di economie di scala, favorisce una gestione più efficiente dei consumi e un’autoregolazione energetica che aumenta la convenienza complessiva. Queste comunità promuovono una transizione energetica più democratica e partecipativa, offrendo significativi vantaggi economici e ambientali. Normative specifiche incentivano la loro nascita e sviluppo anche in Italia, rendendole una soluzione interessante da considerare per chi desidera massimizzare i benefici della propria produzione energetica.
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Nuovi impianti fotovoltaici: cosa cambia davvero?
Le nuove regole che entreranno in vigore nel 2025 rappresentano un cambiamento significativo per chi sta pensando di installare un impianto fotovoltaico. Come abbiamo visto, con l’uscita graduale dello Scambio sul Posto, il Ritiro Dedicato diventa il nuovo punto di riferimento. Questo cambiamento rende ancora più cruciale progettare l’impianto tenendo conto delle nuove dinamiche economiche ed energetiche.
Oltre lo SSP: come progettare oggi
Dato che, a partire dal 26 Settembre 2025, la valorizzazione dell’energia non autoconsumata passerà attraverso il RID – un sistema più esposto ai prezzi di mercato – diventa fondamentale ottimizzare il consumo diretto dell’energia prodotta. In altri termini, evitare il più possibile di produrre più energia di quanta ne sia necessaria sarà in ogni caso una scelta virtuosa, per le proprie tasche e, in prospettiva, anche per l’ambiente.
Dimensionamento e accumulo: la nuova efficienza
Progettare impianti che si avvicinano al proprio fabbisogno reale – magari integrandoli con sistemi di accumulo – è oggi la strategia più efficace per garantirsi vantaggi economici stabili. L’autoconsumo, principale fonte di risparmi e di sostenibilità economica dell’investimento, con il nuovo meccanismo assume ancora più centralità t: più energia riesci a utilizzare direttamente, minore sarà il tempo di rientro dell’investimento, rendendoti sempre più indipendente dalle fluttuazioni del prezzo dell’energia
Privati vs aziende: approcci diversi, stesso obiettivo
- Per i privati, l’obiettivo principale è ridurre le bollette, magari sfruttando anche sistemi intelligenti di gestione dei carichi e batterie domestiche.
- Per le aziende, c’è spazio per strategie più articolate: sistemi di monitoraggio, partecipazione a comunità energetiche o mercati flessibili, e investimenti mirati per ottimizzare produzione e consumo.
Riferimenti normativi: cosa dice la legge?
Per orientarsi nel nuovo scenario energetico del 2025, è fondamentale avere chiari i principali riferimenti normativi che disciplinano la fine dello Scambio sul Posto e l’adozione del Ritiro Dedicato. Questi documenti non sono solo delle semplici leggi, ma veri e propri strumenti pratici per capire tempi, modalità e obblighi da rispettare.
Decreto Legislativo 199/2021: il punto di partenza
Questo decreto ha recepito le direttive europee sulla promozione delle energie rinnovabili, stabilendo le nuove regole del gioco per il settore. Ha segnato l’inizio del passaggio da un sistema di incentivi fisso a un modello più orientato al mercato, incoraggiando l’autoconsumo e l’efficienza energetica. Puoi consultare il decreto a questo link.
Delibera ARERA 78/2025/R/efr: la regola operativa
La delibera dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) chiarisce in dettaglio cosa succederà dopo il 2025. Dalle modalità di transizione al RID, ai criteri per la gestione delle eccedenze, fino agli obblighi di comunicazione per i produttori: tutto è racchiuso in questo documento chiave.
Le indicazioni operative del GSE
Oltre agli atti normativi, il GSE offre aggiornamenti pratici attraverso guide, FAQ e comunicazioni ufficiali. Questi strumenti sono utili per aiutare i produttori a orientarsi tra procedure, scadenze e adempimenti. Per rimanere aggiornati, è consigliabile consultare frequentemente il portale ufficiale del GSE.
Conclusioni e consigli pratici
Come abbiamo visto, il 2025 rappresenta una svolta per il fotovoltaico in Italia: lo storico Scambio sul Posto sta per essere sostituito dal nuovo Ritiro Dedicato, che diventerà lo strumento più immediato per valorizzare l’energia non autoconsumata.
Le scadenze sono chiare — come la fine dell’accesso allo SSP per nuovi impianti dopo il 26 settembre 2025 e quella che prevede la cessazione automatica entro il 31 dicembre 2024 per gli impianti installati oltre 15 anni fa — e richiedono di muoversi in anticipo.
A questo punto è importante trovare la strategia giusta: provvedere al dimensionamento ottimale dell’impianto o all’installazione di batterie di accumulo; valutare l’adesione a comunità energetiche. Ognuna di queste opzioni, se ben ponderata in relazione alle circostanze specifiche del caso di ognuno, può fare la differenza in termini di ritorno economico e sostenibilità.
In generale, se hai già installato un impianto, è importante controllare lo stato attuale del tuo contratto. Inoltre, suggeriamo di prepararti per tempo al passaggio al RID, valutando nel frattempo anche possibili miglioramenti, utili ad aumentare l’autoconsumo e l’efficienza energetica.
Se, invece, stai pensando di installare un nuovo impianto, il progetto dovrà tenere conto del nuovo quadro normativo, puntando a massimizzare l’autoconsumo e integrando soluzioni intelligenti per l’accumulo di energia.
In un mercato in rapida evoluzione come il nostro, affidarsi a consulenti qualificati può fare la differenza in situazioni come queste. Un supporto tecnico specializzato come quello di Sinergas ti aiuterà a interpretare le normative, evitare errori e costruire un percorso su misura per ottenere il massimo dal tuo impianto.